giovedì 14 giugno 2012

L'amico di Graziella

Coloro che, come me, sono sposati con una donna cubana (possibilmente non la stessa...) e sono anche padri felici di uno o più fanciulli, si troveranno prima o poi a dover espletare delle inevitabili incombenze di tipo familiare, le quali si presenteranno a cadenza annuale, tipicamente in una data compresa tra il 10 e il 20 giugno. I più esperti hanno già capito di cosa sto parlando; per gli altri c'è l'aiutino (vedere l'immagine qui sopra).

Se non ci siete ancora arrivati ve lo spiego subito. Se avete almeno dieci anni di matrimonio sulle spalle è molto probabile che, per un motivo o per l'altro, la frequenza dei vostri viaggi di piacere a Cuba si sia molto ridotta e che gli unici membri del vostro nucleo familiare che visiteranno l'isola ogni tanto siano, appunto, vostra moglie e i vostri figli. A voi toccherà il compito, non meno importante, di accompagnarli all'aeroporto, sollevare più di 60 kg di bagaglio, aiutarli a fare il check-in e rassicurarli che per voi non è assolutamente un trauma il fatto che loro si assentino per diverse settimane, mentre voi andrete a lavorare. Fortunatamente a cadenza biennale potrete passare il tempo guardando in TV il Campionato Mondiale di Calcio oppure quello Europeo, in modo da dimenticare per un'ora e mezza che la casa in cui, fino a pochi giorni prima, facevate fatica ad appropriarvi del telecomando per guardare il vostro programma preferito ora è tutta a vostra completa disposizione per il rutto libero, ma terribilmente e tristemente vuota.

Torniamo all'aeroporto: l'altro giorno mi trovavo a Malpensa con mia moglie Maribel e nostra figlia Alice, appunto, per svolgere le operazioni di cui sopra. Dopo esserci districati al check-in tra gli innumerevoli e voluminosi bagagli dei viaggiatori cubani contenenti gli oggetti più disparati, tra cui biciclette, televisori al plasma da 42 pollici, forme intere di Parmigiano Reggiano, maiali vivi, cabine doccia, automobili usate e carrozze per cavalli (*), scendiamo al piano inferiore, detto anche "Piano dell'addio" o "del pianto", quello cioè dove i comuni mortali privi di carta d'imbarco si devono fermare a contemplare i propri familiari mentre oltrepassano la soglia del non ritorno, delimitata dal metal-detector. Ero, dunque, intento ad osservare da lontano Maribel e Alice mentre esibivano un pericolosissimo vasetto di Nutella scovato nel bagaglio a mano da un addetto ai controlli, quando il comune mortale alla mia sinistra mi guarda stupito e mi dice:
"Scusa, tu ti chiami Alessandro?"
"Sì", rispondo iniziando a sospettare a cosa si riferisce.
"Sei quello che ha scritto il libro?"
"Sì, sono io!"
Iniziamo a parlare amichevolmente, entrambi sorpresi per l'incontro fortuito, dimenticandoci delle nostre rispettive mogli alle prese con il metal-detector. Evito di chiedergli se il libro gli è piaciuto. Non lo faccio mai: penso che se qualcuno vuole esprimere il suo giudizio è libero di farlo, senza aspettare che sia io a chiederglielo. Accetto volentieri anche un: "Fa veramente cagare"; se detto con cognizione di causa è meglio che un silenzio di tomba.
Dice che il libro gli è stato regalato da una sua amica di Milano, Graziella. Anche lui, quest'anno, non parte per Cuba, avvalorando la tesi che esponevo all'inizio. Mi chiede dove vivo ora e se tornerò a vivere a Cuba: gli rispondo che per il momento non ne ho l'intenzione. Concordiamo sul fatto che, probabilmente, saremo costretti a farlo tra qualche lustro, quando scopriremo che il reddito da pensione che l'INPS ci metterà generosamente a disposizione non sarà sufficiente per vivere dignitosamente in Italia. Sua moglie è di Palma Soriano, provincia di Santiago: qualche tempo fa, quando anche lui si era recato in vacanza laggiù, avevano fatto un giro in auto spingendosi fino a Manzanillo, provincia Granma, la "mia" zona. .Ammiro i miei connazionali che osano allontanarsi dalle comodità dei percorsi turistici classici per andare a cercare un po' d'avventura e di fascino altrove. Certo Manzanillo è ancora a portata di mano; arrivare a Niquero è un po' più dura e richiede più determinazione...
Improvvisamente compare Maribel per lasciarmi il vasetto di Nutella che non le è stato consentito portare a bordo dell'aereo, tornando rapidamente da dove era venuta. L'amico di Graziella, invece, intrattenendosi a chiacchierare con me ha perso di vista sua moglie; mi spiace essere stato la causa della sua distrazione, ma poi mi accorgo che anch'io mi sono distratto e non ho mandato l'ultimo saluto a mia figlia al di là del metal-detector, come facciamo tutti gli anni, agitando la mano finché lo sguardo ce lo permette tra la moltitudine di persone.
Visto che ormai la nostra missione all'aeroporto è terminata, non resta che allontanarsi, ognuno per la propria strada. Saluto l'amico di Graziella e alla fine mi rendo conto che non gli ho nemmeno chiesto come si chiama. Non importa: quasi certamente l'anno prossimo ci vedremo di nuovo all'aeroporto.

(*) Forse ho esagerato un po'... Comunque le biciclette e i televisori al plasma da 42 pollici li ho visti davvero.

1 commento:

  1. Sono l'amico di Graziella,mi chiamo Marco.Ho scoperto solo oggi il tuo blog cercando notizie sul colera a Manzanillo.Normalmente quando cerco notizie su Cuba vado su Cubanite.Condivido perfettamente il tuo post. Io quest'anno mi sono goduto gli europei di calcio. Anche mia moglie e figlia hanno visto le partite dell'Italia con Inghilterra,germania e Spagna a Cuba,mi immagino il casino e la quantità di gente nella casa e sopratutto i commenti degli esperti di calcio cubani.Il tuo libro mi è piaciuto,anche se in alcune pagine un poco negativo,però mi sono riconosciuto in parecchie situazioni. Bueno chissà magari ci incontreremo la prossima volta in aeroporto,od a Niquero,al prossimo viaggio ci voglio arrivare,oppure in Italia
    Ciao Marco

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