Innanzitutto facciamo un po’ di chiarezza, dato che la maggior parte dei giornali italiani tende a diffondere notizie inesatte quando si tratta di cronache cubane, specialmente se l’argomento è la politica interna. Diciamo che basterebbe un minimo di serietà professionale per evitare di scrivere enormi sciocchezze. La costituzione cubana e la sua legge elettorale non sono segrete, quindi è sufficiente leggere per capire come funziona lo stato cubano, anziché riciclare le solite frasi fatte e usare i soliti sinonimi che fanno molto “effetto speciale”, come ad esempio “regime” invece di “governo”, oppure “dittatore” invece di “presidente”.
Pertanto, a prescindere da quale sia la vostra (o la mia) fede
politica, anche se non siamo giornalisti professionisti possiamo
oggettivamente affermare che:
– le elezioni per il parlamento cubano si svolgono regolarmente ogni 5
anni dal 1976 (anno in cui entrò in vigore l’attuale Costituzione)
– il suffragio è universale e libero: nessuno è obbligato a recarsi alle
urne (nel senso che nessuno viene punito se decide di restarsene a
casa); ma allo stesso tempo a tutti è garantito il diritto di andare a
votare, poiché anche nelle zone rurali sono istituiti seggi elettorali
– Raul Castro non si è dimesso: è semplicemente scaduto il suo mandato di 5 anni e aveva dichiarato già molto tempo fa che non si sarebbe più ricandidato
– sulla scheda elettorale
non ci sono simboli di partito, ma nomi di candidati da scegliere tra
quelli della propria circoscrizione; i candidati sono stati nominati
molto tempo prima tramite un articolato processo di selezione a livello
municipale e provinciale
A seguito delle elezioni del 11 marzo scorso il parlamento cubano sarà rinnovato e, come prevede la legge (art. 74 Costituzione), procederà con l’elezione del Consiglio di Stato e del suo Presidente, il quale sarà anche Capo di Governo e Capo di Stato.
Si vocifera che il successore di Raul Castro sarà Miguel Diaz-Canel. L’articolo di giornale italiano più obiettivo che ho trovato finora è quello di Roberto Livi su “il manifesto”.