Periodo Especial

 

Il Periodo Especial è il nome dato ufficialmente allo stato di emergenza che si è venuto a creare a Cuba in seguito alla crisi dell’Unione Sovietica e dei paesi dell’Est europeo e alla scomparsa del cosiddetto campo socialista, avvenuta nel 1989.
Fino a quella data, infatti, oltre l’80% delle importazioni nell’isola provenivano da quei paesi; all’indomani della decisione di Gorbaciov di cessare i rapporti commerciali di favore ci fu a Cuba un crollo dell’economia e, quindi, l’embargo statunitense si fece maggiormente sentire.

Dato che a Cuba le industrie sono molto poche, e comunque limitate a pochi settori merceologici, e che quindi quasi tutto deve essere importato dall’estero è facile immaginare quale è stato lo scenario che si è creato nei supermercati, nei negozi e nei magazzini: le scorte si sono esaurite in pochi giorni e non sono state mai più ripristinate, molti mercati sono stati chiusi o convertiti ad altre attività, ma soprattutto la popolazione è entrata in una fase della propria vita in cui ha dovuto rinunciare a quasi tutto, a partire dall’alimentazione.

Negli anni 1993-1994 si è toccato il fondo, con una crisi che ha lasciato un segno indelebile in tutti i cubani; per poter mangiare si doveva cercare quotidianamente una qualche soluzione, che comunque sarebbe stata inferiore alle necessità della propria famiglia: una gallina pagata a peso d’oro o qualche platano (un tipo di banana da mangiare cotta) erano le cose che si aveva più probabilità di trovare. Tutto al mercato nero, ovviamente, dato che lo stato non era più in grado di fornire alla popolazione la propria quota alimentare mensile spacciata con la libreta (la tessera annonaria) né, tantomeno, riaprire i mercati che erano stati chiusi.

Oggi la situazione è un po’ migliorata, nel senso che ha assunto un andamento positivo, ma si è ancora lontani dal poter dire che ogni cubano può accedere ad una dieta equilibrata e costante. Rimangono sempre i problemi logistici di approvigionamento e di distribuzione degli alimenti dato che tutti i compiti sono demandati all’amministrazione centrale dello stato ad un organismo apposito chiamato Empresa Nacional de Acopio (quindi si può facilmente immaginare quali sono le difficoltà).
I nuovi mercati agricoli locali, legalizzati nel 1995, hanno risolto un po’ di problemi, ma comunque la tristezza che attanaglia i cubani, soprattutto quelli che non vivono in città, quando devono cercare qualcosa da cucinare a pranzo o a cena resta sempre. La quota mensile della libreta è sufficiente per quindici giorni al massimo; per il resto del mese bisogna cavarsela come si può. Per chi vive in campagna, tuttavia, è più facile procurarsi una gallina (a 30/40 pesos) o un pezzo di carne di maiale (a 15 pesos alla libbra, circa 30 pesos al chilogrammo), ma i prezzi così alti permettono questo lusso solo occasionalmente.
Chi vive in città o ha un’attività per conto proprio può facilmente vantare un reddito mensile molto alto (anche 2000 pesos o più) e quindi per lui il Periodo Especial risulta meno drammatico; inoltre i mercati agricoli cittadini sono molto più forniti e vi si può trovare sia la carne, sia il pesce, la frutta, la verdura, ecc. ovviamente a prezzi piuttosto elevati.
In questo movimentato panorama e nonostante le difficoltà economiche causate dal’embargo statunitense occorre ricordare che scuole, università, ospedali e sanità pubblica hanno continuato a funzionare, anche se con molti limiti facilmente immaginabili.

Ufficialmente il Periodo Especial non è mai terminato: ci sono stati dei miglioramenti e rispetto a vent’anni fa si vive sicuramente meglio, ma la strada per la completa normalizzazione dell’economia è ancora lunga.