Comprare casa a Cuba

 

Nel mese di novembre 2011 è stata finalmente promulgata la tanto attesa legge di riforma sulla proprietà della casa, la quale consente la compravendita legale tra residenti, con il limite di possedere una sola casa per la residenza permanente e una seconda casa per le vacanze.

Fino ad allora la situazione era alquanto problematica: il Período Especial infatti aveva aggravato notevolmente il problema della casa a Cuba. Se prima del 1989 lo stato si prodigava per assegnare appartamenti e per costruire nuovi edifici residenziali, successivamente per i cubani l’unica soluzione è stata quella di ricorrere al mercato nero: può suonare strano ma è esistito un mercato illegale anche per le abitazioni. Infatti, data la mancanza di materie prime edilizie, anche chi avesse avuto sufficiente denaro avrebbe trovato non poche difficoltà per costruirsi una casa. Pur ipotizzando di trovare, sempre al mercato nero, cemento, legno, mattoni, piastrelle, ecc. sarebbero stati necessari alcuni anni prima di poter completare un’abitazione anche modesta, poiché era molto rara la probabilità di reperire i suddetti materiali contemporaneamente.

In teoria la Dirección de Vivienda (l’Assessorato alla Casa) del proprio comune di residenza sarebbe l’ente preposto per gestire e dare soluzione alle richieste di abitazioni da parte della popolazione anche in pieno Período Especial, ma in realtà gli alloggi assegnati con questa modalità sono stati pochissimi.
Ne consegue che di fronte alla forte domanda di abitazioni da parte della popolazione (Cuba è un paese in crescita demografica) la soluzione più attuata è stata quella della “vendita” illegale da privato a privato.

Questo modo di trovare casa ha assunto negli ultimi anni proporzioni gigantesche, tali che in passato sono state create in ogni municipio delle commissioni miste composte da Polizia, Poder Popular, Dirección de Vivienda e Partito con lo scopo di indagare sul fenomeno e prendere gli opportuni provvedimenti. Molti sono stati i casi individuati (ma altrettanti sono rimasti latenti) e che sono stati denunciati in sede giudiziaria, e le risoluzioni emesse dalle autorità hanno decretato la confisca dell’immobile (che è diventato proprietà statale) e una multa al venditore pari alla somma percepita per l’illecita vendita; all’acquirente-inquilino è stato in genere proposto un contratto di affitto a prezzo politico (non superiore al 10% del suo salario) ferma restando la perdita di quanto pagato al venditore.