I giornali italiani non ne parleranno, né prima né dopo (è un mistero irrisolto che permane da diversi decenni, forse sin dal 1976 quando venne promulgata la legge elettorale tuttora vigente a Cuba), ma stranamente sono sempre molto pronti quando si tratta di amplificare la voce dei vari paladini della cosiddetta democrazia occidentale nel momento in cui auspicano delle non meglio precisate "libere elezioni a Cuba", senza sapere di cosa parlano.
Vediamo allora di spiegare cosa avverrà veramente il 3 febbraio a Cuba:
- 8 milioni e 500 mila cittadini saranno chiamati a eleggere i propri rappresentanti al parlamento e nei consigli provinciali
- il voto è libero e segreto: pertanto si è anche liberi di non andare a votare
- sono elettori i cittadini cubani maggiori di 16 anni di età
- non ci sono partiti: il Partito Comunista non partecipa alle elezioni e non propone candidati
- i candidati sono cittadini prescelti dai comitati di quartiere (CDR) e possono essere o non essere iscritti al Partito Comunista
- sulla scheda, quindi, non compare il simbolo del Partito Comunista, ma i nomi dei candidati della propria circoscrizione sui quali esprimere la propria preferenza
- non ci saranno campagne elettorali né comizi né interviste: gli elettori avranno a disposizione per la consultazione unicamente i curriculum vitae dei candidati, affissi pubblicamente fuori dai seggi elettorali
- gli scrutini sono pubblici: chiunque può assistere allo spoglio delle schede
Dopo che il nuovo Parlamento si è insediato, i suoi membri procederanno ad eleggere:
- il presidente e il vice-presidente del Parlamento stesso
- il presidente, il vice-presidente e gli altri membri del Consiglio di Stato
Il presidente del Consiglio di Stato è anche Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente della Repubblica; quindi anche queste due cariche saranno rinnovate contestualmente al rinnovo del Parlamento.
Possiamo essere d'accordo o meno con la politica del governo di Cuba, ma sicuramente non si può negare che il sistema elettorale cubano sia democratico e trasparente. Se oltre il 90% della popolazione (come sempre accade) affluisce alle urne per legittimare il parlamento e il governo che da esso emana, significa che per il momento i cubani preferiscono vivere così, anche se agli osservatori occidentali piacerebbe che la storia andasse in modo diverso.
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